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Idea per una serata kids free? A teatro a vedere il The Rocky Horror Picture Show

30/10/2022

E’ dal 1973 che il “The Rocky Horror Picture Show” continua ad ammaliare intere generazioni di spettatori con la sua trasgressività e genuina sfacciataggine. Noi siamo andati al teatro Arcimboldi di Milano per vedere il musical e per goderci una di quelle serate kids free che ogni tanto noi mamme ci meritiamo.

Ogni tanto anche noi mamme ci meritiamo una serata kids free. E’ vero, a volte la sola idea di vestirci e truccarci dopo una giornata di lavoro estenuante ci fa rinunciare alla nostra serata da sole con il nostro partner o con un’amica. Ma se anche voi ogni tanto sentite l’esigenza di staccare la spina e di trascorrere una serata piacevole, senza sensi di colpa o rimpianti per aver lasciato i figli a casa con la tata o i nonni, ecco un’idea subito pronta per voi: una bella serata a teatro! Ci siamo state qualche settimana fa per vedere il cult evergreen  “The Rocky Horror Picture Show” al Teatro Arcimboldi di Milano, ed è stata un’esperienza davvero emozionante con tanti spunti di riflessione, tanto da volervela raccontare. Buona lettura!

 

 

Ecco la storia: una coppia “normale” incontra un travestito

Brad e Janet, dopo aver partecipato a un matrimonio, decidono di sposarsi. Durante il viaggio per andare ad annunciare il lieto evento al loro ex professore, il Dottor Scott, si perdono e bucano una gomma della loro automobile. E’ già notte e scoppia un temporale, per cui la coppia decide di chiedere ospitalità presso un castello nelle vicinanze. E’ qui che fanno conoscenza con il proprietario, l’eccentrico travestito Dottor Frank-N-Furter, e i suoi strani domestici Riff Raff e Magenta. Frank-N-Furter invita la coppia ad assistere al suo ultimo esperimento: la creazione del suo uomo ideale, di nome Rocky. Da quel momento in poi la vita di Brad e Janet, insieme a quella degli spettatori, non sarà più la stessa!

photo by @martinacarzaniga

 

 

Siamo a tratti stupiti e confusi dalla straordinaria stravaganza dello spettacolo, tra canzoni, balli, paillette e brillantini, ma in mezzo al trambusto riusciamo a percepire la triste atmosfera della canzone “Sweet Travestite”: “Non farti turbare dal modo in cui appaio. Non giudicare un libro dalla copertina. Non sono un granché alla luce del giorno. Ma di notte sono un amante eccezionale. Sono soltanto un dolce travestito di Transexual, Transilvania”.

Chi rappresenta dunque la normalità? Brad e Janet, la coppia simbolo di ciò che ci si aspetta di essere, senza fronzoli, paillet, trasgressioni, o strane manie, oppure Frank-N-Furter, il dolce travestito fuori dagli schemi che non si lascia castrare dai limiti imposti della società e che esprime liberamente ciò che sente di essere? Esiste un modo di essere giusto e un modo di essere sbagliato oppure il concetto di normalità è relativo, ed è pura manifestazione della nostra esperienza soggettiva? Teatro e cinema si fanno spesso portavoce di messaggi socialmente utili e creano dibattiti che ci portano a riflettere su come vogliamo educare i nostri figli: è giusto farli crescere in una società aperta in cui ognuno è libero di essere ciò che vuole? Oppure lo slogan del musical: Don’t dream it, be it! ovvero: Non sognare e basta, sii quello che vuoi veramente! è soltanto una frase d’impatto?

 

 

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photo by @martinacarzaniga

 

 

Quando il diverso ci fa paura

E se il concetto di normalità fosse stato creato e utilizzato solo per giudicare gli altri? Per voler contrastare in qualche modo la paura nei confronti del diverso, di colui che non rispetta i canoni imposti dalla società in cui viviamo, di chi non siamo abituati, per tradizione o cultura, ad includere nella nostra sfera di accettabilità? La normalità è riconducibile a uno stereotipo comune, come nella coppia Brad e Janet? O forse è soltanto dal riconoscimento e dalla valorizzazione della pluralità dei modi di agire e di essere che ogni individuo trova la piena espressione di sé?

Viviamo in una società che ci lascia davvero liberi di esprimere il nostro modo di essere, le nostre inclinazioni sessuali, le decisioni in merito al nostro corpo e alla nostra mente, oppure abbiamo paura di essere uccisi, come Frank-N-Furter, per il suo moralismo dissoluto?

A voi l’ardua sentenza.

Se volete seguire il nostro consiglio e trascorrere un piacevole pomeriggio a teatro con la vostra famiglia, vi consigliamo di dare un’occhiata alla programmazione del Teatro da Favola

 

 

 

Martina Carzaniga

vive a Milano con il marito e i due figli, Gabriele e Davide. E’ laureata in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale e dopo aver lavorato per nove anni come project manager in una multinazionale ha deciso di dare una svolta alla sua carriera ed iniziare la propria attività di distribuzione in Italia di ECO BOOM, un brand ecosostenibile e certificato di pannolini e salviettine per bambini di altissima qualità. Scrive regolarmente sul suo blog “Racconti in culla”, e “Come una mongolfiera” è il suo primo romanzo.

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