Alcuni bambini iniziano a mettere l’apparecchio in età molto precoce quando sono presenti ancora i denti da latte. Altri aspettano la comparsa dei denti definitivi. Alcuni mettono diversi apparecchi e hanno cure che durano anni, altri correggono tutto in un’unica fase. Qual è l’approccio corretto? Cosa garantisce i risultati migliori?
Abbiamo chiesto qualche spiegazione alla dottoressa Barbara Motta, dentista specialista in Ortognatodonzia a Milano.
La salute dei bambini passa anche dai denti e la salute dei denti dipende non solo dall’assenza di carie e infiammazioni gengivali, ma anche da un corretto sviluppo facciale e masticatorio.
Oltre alla visita dal dentista pediatrico è molto importante che, dai 5 anni in avanti, i bambini vengano controllati anche da uno specialista in Ortodonzia, vale a dire un dentista che si occupa specificatamente della correzione delle problematiche masticatorie.
La finalità dell’apparecchio ortodontico non è infatti solamente estetica, ma ha l’obiettivo di ripristinare le funzioni stomatognatiche quali masticazione, fonazione e deglutizione e favorire un corretto sviluppo della crescita facciale.
Semplificando possiamo dire che in un paziente in crescita l’apparecchio ortodontico non serve solo per raddrizzare i denti, ma ha l’importantissimo obiettivo di correggere la masticazione sia da un punto di vista dentale, ripristinando un corretto ingranaggio dei denti e riequilibrando i contatti tra i denti, sia da un punto di vista osseo correggendo entro certi limiti alcune discrepanze scheletriche come per esempio il palato stretto o la masticazione inversa.
Quando è meglio intervenire precocemente?
Per intervento precoce si intende l’applicazione di un apparecchio ortodontico in dentatura da latte o mista, quindi in parte da latte e in parte permanente. L’età anagrafica è variabile a seconda del bambino, ma è generalmente dai 5 anni in avanti poiché prima la morfologia cranio facciale non è ancora ben definita.
Questo tipo di trattamenti vengono definiti ortodonzia intercettiva proprio perché il loro obiettivo è quello di intercettare precocemente eventuali alterazioni sia dello sviluppo facciale che dentale che, se non trattate, potrebbe complicare o addirittura compromettere il corretto sviluppo della bocca e delle sue funzioni.
Non tutti i pazienti necessitano e beneficiano di un trattamento precoce.
Anzi in alcuni casi è preferibile attendere il picco di crescita prepuberale e la dentatura permanente.
Si interviene precocemente quando la problematica masticatoria del bambino coinvolge le strutture facciali con l’obiettivo di ripristinare una crescita armonica dei mascellari.
In questi casi non si parla di apparecchi ortodontici, che agiscono direttamente sui denti, ma di apparecchi ortopedici la cui azione si esplica a livello osseo e che sono in grado di modificare la funzione e l’estetica facciale.
L’azione di questi apparecchi è subordinata alla presenza di crescita facciale e alla presenza di un quantitativo sufficiente di cartilagine tra le suture ossee e conseguentemente la loro efficacia è correlata alla giovane età del paziente.
Un caso tipico è quello del palato stretto per il quale si interviene con un apparecchio ortopedico, l’espansore palatale rapido, soltanto finché le due ossa che formano il palato non sono ancora saldate tra loro. L’azione precoce in questo caso permette di allargarlo in maniera semplice e indolore evitando trattamenti molto più invasivi, e prevenendo in età adulta la necessità di una correzione mediante un intervento di chirurgia maxillo facciale.
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L’intervento precoce è necessario anche quando viene evidenziato il rischio che un dente non riesca ad uscire. Il caso più frequente è quello dei canini inclusi, questa condizione può essere spesso evitata grazie ad un trattamento precoce. Quando il dente non riesce a scendere spontaneamente è infatti necessario andarlo a recuperare chirurgicamente e associare a questa fase un trattamento ortodontico più lungo e complesso. È evidente che prevenire questa circostanza, favorendo la discesa spontanea dei canini, semplifichi molto il trattamento ortodontico e migliori la prognosi.
Beneficiano di un trattamento precoce anche molti casi in cui è necessario recuperare spazio per i denti gestendo il lee way space. Questo è lo spazio fisiologico che si crea in tutti i pazienti a causa delle dimensioni minori dei premolari.
permanenti rispetto ai molaretti da latte. Se opportunamente guidato da un apparecchio ortodontico la corretta gestione di questo spazio può infatti semplificare moltissimo il trattamento del giovane paziente.
Le linee guida del Ministero della salute consigliano inoltre di applicare un apparecchio ortodontico precoce nei casi di incisivi superiori sporgenti, con l’obiettivo di prevenire traumi e danni irreversibili a questi elementi dentari.
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A queste condizioni cliniche oggi è necessario aggiungere anche tutte quelle problematiche dentali di natura estetica che non necessiterebbero in senso clinicamente stretto di un intervento precoce, ma che possono compromettere la socialità e l’autostima del bambino. In questi casi la fase di allineamento può essere anticipata in un’ottica di prevenzione e miglioramento della qualità di vita del piccolo paziente.
Questa prima fase evita talvolta di ricorrere ad apparecchi ortodontici durante l’adolescenza, ma non sempre. In molti altri casi, infatti, una volta arrivati tutti i denti permanenti, è necessario procedere con una seconda fase di allineamento per correggere la posizione dei denti. Seconda fase che risulterà in ogni caso notevolmente semplificata dall’utilizzo degli apparecchi utilizzati in fase precoce.
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Se non si deve intervenire precocemente quando agire?
Se la malocclusione del paziente può essere trattata con successo in un’unica fase è preferibile aspettare la comparsa di tutti i denti permanenti, quindi generalmente intorno ai 12 anni, con una grandissima variabilità da bambino a bambino.
Un buon momento per massimizzare l’efficacia e ridurre i tempi di trattamento è verso la fine della permuta quando compaiono i secondi molari, denti permanenti che spuntano senza avere il corrispettivo da latte.
In tutti i casi sarà comunque lo specialista in Ortodonzia a decidere quale sia il momento migliore per intervenire ortodonticamente.
I genitori devono però essere informati sulla necessità di una visita precoce, eseguita quando in bocca sono ancora presenti i denti da latte, per escludere o meno la necessità di un intervento intercettivo.
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La prima visita ortodontica deve essere programmata tra i 5 –6 anni.
Alcuni bambini possono infatti beneficiare di un trattamento intercettivo precoce.
Generalmente si interviene in dentatura da latte e mista:
Dottoressa Barbara Motta
Dentista specialista in Ortodonzia.
Si occupa con passione di ortodonzia pediatrica, degli adulti ed estetica, anche attraverso la metodica con allineatori trasparenti. Lavora a Milano ed è mamma di Maria Sole e Leonardo. Tutti i suoi consigli li trovi anche sul suo profilo Instagram