Animati dall’immancabile voglia di evasione dalla routine quotidiana e cittadina, lo scorso Settembre abbiamo deciso di trascorrere un weekend rilassante in famiglia alla scoperta dei borghi di Dolceacqua, Apricale e Baiardo, situati nell’estremo ponente ligure, in provincia di Imperia, e facilmente raggiungibili dai caselli autostradali di Bordighera o Ventimiglia. Si perché la Liguria è terra di mare ma anche di monti adagiati alle spalle della costa che ospitano un entroterra, spesso aspro e impervio, ricco di storia e cultura.
Nonostante qualche perplessità iniziale legata allo trascorrere un weekend pieno a spasso per borghi medioevali con un bimbo di 6 anni, mi sono dovuta ricredere: Alessio si è divertito molto, passeggiare per i carruggi è un po’ come viaggiare indietro nel tempo e con qualche accorgimento e soprattutto con tanta voglia di stare insieme la minivacanza è risultata piacevole per tutti.
I borghi sono visitabili tutto l’anno, ma il periodo migliore coincide con la primavera e l’autunno, che consentono di godere a pieno della tranquillità del luogo evitando sia l’affollamento estivo che il freddo invernale. La visita è adatta anche alle famiglie con bimbi che camminano autonomamente o altrimenti molto piccoli da posizionare nello zaino; il passeggino è invece sconsigliato per la presenza pressoché esclusiva di stradine ripide e tortuose.
La nostra prima meta è stata Dolceacqua, un borgo molto caratteristico arroccato verso la montagna diviso in due dal fiume Nervia, reso famoso dal quadro di Monet che, soggiornando qui, ne immortalò il ponte a schiena d’asino e il castello medioevale posto sulla cima del paese. Vale sicuramente la pena passeggiare tra i vicoli e i carruggi costeggiati dalle alte case in pietra attraverso le quali il sole fatica a filtrare, curiosando tra le antiche botteghe e i laboratori artigianali ed ammirando gli scorci, sempre molto suggestivi, che via via si incontrano salendo lungo le stradine che conducono al castello. E da qui un incantevole panorama dall’alto su tutta la Val Nervia. Il castello, le cui origini risalgono al XII secolo, è stato restaurato, l’interno è abbastanza spoglio, sicuramente consigliamo la visione del filmato che illustra la sua storia e all’ingresso una guida molto disponibile fornisce spunti interessanti sulle tormentate vicissitudini del castello, sull’avvento della famiglia Doria e sulla storia della valle, con aneddoti capaci di appassionare e incuriosire anche i bambini.
Un’esperienza assolutamente consigliata a tutti se si visita il centro storico di Dolceacqua è quella del Visionarium, una microsala cinematografica in 3D nata negli anni Novanta dall’idea geniale del maestro Andrighetto, dove vengono proiettati documentari di interesse naturalistico nei quali la fotografia, la musica e la poesia si fondono meravigliando tutti gli spettatori, grandi e piccini. I filmati sono stati realizzati artigianalmente con passione e poesia, inizialmente con scatti agli angoli più nascosti e segreti dell’entroterra ponentino e poi in giro per il mondo. In ogni caso il risultato è straordinario, con la proiezione di immagini tridimensionali accompagnate da musiche a tema, profumi che si diffondono nell’aria, scrosci d’acqua e folate di vento. Noi, potendo scegliere, abbiamo preferito la tradizione e ci siamo immersi nella proiezione degli angoli più suggestivi della Val Nervia, ma la scelta è molto ricca e spazia per il mondo dal Nepal, al Brasile, all’Islanda, all’Ecuador, al Peru, all’Uganda e ancora tanto altro.
Per la sera numerosi sono i ristorantini tipici del centro storico in cui cenare in tranquillità in un ambiente semplice e conviviale con un menu tipico accompagnato da olive taggiasche e da una bottiglia di Rossese, vino tipico prodotto in loco.
Svariate sono anche le formule per il pernottamento, noi abbiamo optato per un piccolo Bed&Breakfast, il Talking Stones, situato nel cuore del borgo medioevale, in un’antica casa interamente costruita di pietre del fiume Nervia, dove regnano incontrastati la pace e il silenzio, ideali per chi vuole ritrovare i ritmi “lenti” della semplicità.
E dopo Dolceacqua abbiamo proseguito verso l’entroterra alla volta di Apricale: il paese si scorge in lontananza già dall’auto, regalando, ancor prima di addentrarsi nel suo dedalo di stradine e carruggi, una suggestiva cartolina di borgo medioevale arroccato sulla cima della montagna. Il comune fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è stato insignito dal Touring Club Italiano della Bandiera Arancione, garanzia di tipicità, rispetto della tradizione e valorizzazione della propria identità. Qui abbiamo trascorso la mattinata, respirando un’area magicamente antica, percorrendo, rigorosamente a piedi, il labirinto di stradine strette e tortuose puntellate di casette in pietra, curiosando tra le caratteristiche botteghe e raggiungendo la cima dove sorge il Castello della Lucertola, al cui interno è allestito un museo che narra la storia di Apricale attraverso documenti storici, cimeli e curiosità. Il castello domina dall’alto la piazza principale del paese, tradizionale luogo di svago per la presenza di alcuni ristorantini e locali dove pranzare o bere qualcosa ammirando il panorama circostante in totale tranquillità. I menu culinari locali sono a base di ravioli e piatti di carne, in primis il coniglio cucinato con la ricetta tradizionale al vino, e l’immancabile dolce tipico con frittelle dolci (le “pansarole”) e zabaione caldo.
E come ultima tappa del nostro tour itinerante, abbiamo raggiunto il borgo di Baiardo, un piccolo paese arroccato sul cucuzzolo di un monte situato a 900 metri di altitudine da cui si gode una spettacolare vista sulle Alpi Liguri e Marittime. Da visitare i ruderi della vecchia chiesa, distrutta a fine Ottocento da un terremoto, e i resti di un castello medioevale. E camminando tra i carruggi è facile immergersi con la fantasia nella leggenda che racconta della tragica fine della figlia del conte di Baiardo mandata a morte dal padre assieme al giovane amato. La tormentata storia viene rievocata annualmente, nel giorno di Pentecoste, dalla Festa della Barca, una tra le più importanti celebrazioni del ponente ligure, profondamente sentita dagli abitanti del borgo.
E se avanza del tempo, noi lo abbiamo totalmente esaurito in un weekend, si può continuare procedendo alla volta di altri borghi: Triora, il paese delle Streghe con un articolo pubblicato da Simona nei giorni scorsi per l’imminente festa di Halloween (http://www.globetrottingkids.com/it/rubriche/viaggi-da-favola/halloween-a-triora-un-magico-week-end ); Valloria con le sue porte dipinte, Seborga e Bussana… Magari per la prossima primavera si può fare!!!!
Emanuela di Globetrottingkids